La Casa dei Cartomanti
La storia dei tarocchi
I tarocchi non rappresentano soltanto un mazzo di carte da gioco, ma bensì il tarocco è diventato un vero e proprio linguaggio simbolico. Storicamente ebbero una prima diffusione importante tra il XVII e il XVIII secolo che andò calando per un breve periodo. I tarocchi furono associati alla cabala e ad altre tradizioni esoteriche a partire soltanto dalla fine del XVIII secolo. Lo sviluppo dei tarocchi lo dobbiamo al massone Francese Court de Gebelin. Ci sono tante testimonianze che i tarocchi fossero usati come carte da gioco, le prime descrizioni delle regole di gioco e del funzionamento risalgono al XVI e non si diffusero prima del XVII secolo. Inizialmente infatti i tarocchi veniva utilizzati per giochi di presa come la briscola. Successivamente furono utilizzati per scopi esoterici o di divinazione. La diffusione moderna dei tarocchi nel mondo della cartomanzia la dobbiamo oltre che a Gebelin a Ettelia. Il massone francese sosteneva che i tarocchi fossero in realtà i Libri di Toth codificati dai sacerdoti e nascosti nelle carte da gioco. Ettelia invece oltre al legame dei tarocchi con i libri di Toth descrisse per la prima volta un metodo di utilizzo per la Cartomanzia. I più famosi sono i Tarocchi di Marsiglia così chiamati per la città Francese in cui ebbero maggiore diffusione. I tarocchi vengono visti come strumento iniziatico per la loro natura oscura rivelano attraverso collegamenti numerologici ed esoterici l’esplorazione e l’espansione della propria consapevolezza. Questa espansione nel mondo ignoto e invisibile dell’Anima e dello Spirito la ritroviamo nelle ventidue carte degli Arcani Maggiori. Essi forniscono una struttura o una mappa in cui quel viaggio può essere riconosciuto. I simboli sulle carte vengono tradotti e possono essere applicati alla vita di tutti i giorni di coloro che ambiscono ad una maggiore consapevolezza.